Mi ha chiamato l'ufficio scuola. Ma cosa ho fatto? Ho iscritto Alessandro alla primaria, chiedendo un orario ben preciso.
Non me la sentivo… non me la sento… non lo so. Probabilmente devo ancora imparare molte dinamiche. Sto crescendo con lui in questo senso.Quindi non me la sentivo di farlo andare a scuola otto ore al giorno, tutti i giorni.Pensavo che non ce l'avrebbe fatta a reggere otto ore al giorno, tutti i giorni.
Allora mi sono detta: perché dev'essere tutto bianco o nero? Chiediamo se può frequentare solo due o tre pomeriggi alla settimana.
Questo vale anche per l'altro mio figlio. Ma non va bene. All'inizio mi avevano detto: o si fanno solo le mattine, o si fa l'orario pieno.
E questa cosa già stona. Perché, cioè, Samuele non è autistico, ma vuole fare il batterista.
Non posso chiuderlo in una scuola otto ore al giorno, tutti i giorni. Voglio che abbia il tempo di coltivare la sua passione.
Poi, nel caso di Alessandro, che ha una certificazione perché è autistico, non si può pretendere che viaggi alla stessa velocità degli altri.
Quindi, o mi dai la possibilità di fargli fare un orario ridotto, ma non completamente ridotto…
Avevo fatto un video ironico, ma nella descrizione l'avevo specificato.
Racconto sempre la mia esperienza.
Poi ricevo commenti del tipo: "Da noi fanno così, ce l'hanno detto con certezza".
Ogni scuola funziona in modo diverso. Ci sono sicuramente scuole più inclusive, che ragionano diversamente, e altre più rigide.
Stamattina mi ha richiamato la scuola.
Come dice sempre una mia follower: "Secondo me, Sara, ti vedono e prendono paura".
La scuola mi ha detto: "Guarda, Sara, la Preside ha detto che si può ritagliare un orario su misura per Alessandro".
Ma questo non deve essere un beneficio dato a me, o qualcosa che si concede solo perché un genitore si arrabbia.Dovrebbe essere la norma. Dovrebbe esserci una legge che lo stabilisce chiaramente.
Alla fine ci siamo salutate con: "Scegli tu l'orario migliore per Alessandro".
E va bene. Ho scelto di fargli fare un orario ridotto, perché ha logopedia il lunedì e terapia il venerdì.
Ma il problema è che adesso non posso darti certezze.
L'ASL potrebbe cambiare le cose, visto che Alessandro sarà inserito in un percorso di terapia di gruppo.
Oppure la logopedista potrebbe licenziarsi e il nuovo specialista potrebbe avere orari diversi.
Il problema è sempre lo stesso: vogliono certezze mesi prima, ma io non posso darle.
E qualcuno potrebbe dire: "Eh, ma devono organizzare l'insegnante di sostegno".
Ho capito, ma non funziona così.
Non è possibile pretendere un orario statico da settembre a giugno.
Le cose possono cambiare. Un bambino, con il tempo, può riuscire a fare quattro pomeriggi anziché due o tre. Ma no, sembra che l'orario venga marchiato col sangue: lo scegli e non si può cambiare.
La scuola dovrebbe adattarsi al bambino, non il contrario. Altrimenti, mi sembra di vivere negli anni '20.
Dateci la possibilità di cambiare. Non dico di modificare l'orario ogni settimana, ma se a settembre cambiano le sue terapie e per nove mesi sono impostate diversamente, dammi la possibilità di modificare le giornate.
Niente, non ce la fanno a capirlo. E neanche per suo fratello accetterò un orario di otto ore tutti i giorni.
Perché non ha senso chiuderli in classe così a lungo.
Che siano autistici o meno, che io lavori o no.
Ma secondo voi, se un bambino sta otto ore a scuola tutti i giorni, avrà mai il tempo di diventare un batterista?
Deve avere il tempo per studiare batteria, per rilassarsi sul divano senza fare nulla e per andare a scuola.
Non si può riempire tutta la sua giornata con un'unica attività.
Ai miei tempi si andava a scuola, si faceva sport, si usciva con gli amici…
Ora sembra che devi scegliere: o studi o fai altro.
Ma è sbagliato.
Se togli ai ragazzi le loro passioni – e non c'è solo lo studio tra le passioni – li privi di qualcosa di importante.