Credo, mio umilissimo parere non richiesto, sia
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Credo, mio umilissimo parere non richiesto, sia
, ma anche viceversa. Adattare, nel nostro caso, la famiglia all'autismo.
Fa parte del percorso di accettazione. La vita cambia. La percezione del tempo e del futuro cambia. Quello che non cambia è la nostra visione del qui e ora. Fondamentale per vivere sereni. Convivere in maniera propositiva con la disabilità che, se trattata bene e con rispetto, diventa potenzialità.
Devo fare una grande premessa. Aimè. Soldi, sghei, denaro, money.. purtroppo nelle nostre vita fanno da padrone. Senza quelli sei automaticamente nella cacca 💩 Lo stato non è presente. Anzi. Si nasconde dietro il cespuglio appena ci vede passare. Quindi tutto quello che dirò è la mia esperienza tenendo conto che ogni famiglia fa quello che può in base agli strumenti che ha. I miei non sono consigli. Ma racconti.
Ogni settimana due mattine, di Ale, a scuola venivano compromesse per colpa della terapia. Non erano più funzionali questi 90 minuti visto che sacrificavamo le intere mattinate a scuola. E lui a scuola ci va solo alla mattina, perché non dormendo dopo pranzo (parlo della scuola dell'infanzia) alle 12,30 mi dicevano "CIAONE BELLI". Sacrificavamo quindi quella poca e misera socializzazione che faceva, anch'essa fondamentale però; Perciò ho preso coraggio ho lottato (LOTTATE, rompete le balle all'infinito. Dovete diventare un gatto appeso ai ⚽⚽) e ho ottenuto una terapia pomeridiana e ho abbandonato l'altra che purtroppo sarebbe comunque rimasta la mattina. "non possiamo accontentare solo te" gne gne gne. Ok accetto.
Tavola rotonda riunita, bilancio economico di famiglia, qualche rinuncia e via di terapia privata. C I N Q U E C E N T O euro al mese più qualche extra, sbam. Lo stato mi passa 532 euro per la disabilità di Ale, quindi secondo gli haters.. "be dai vai pari è come se non spendessi niente". Perspicaci questi leoni da tastiera.
Aba. Aba a manetta. Due volte a settimana ABA e una volta USL. Il risultato? Le mattinate di Ale sono diventate meravigliose per lui e per noi. Ha cominciato a parlare e a giocare. A GIOCARE. A PARLARE.
Mi dava proprio il tormento (la fase di accettazione è lunga e tortuosa 😅) Due pomeriggi li passava con me, solo ed esclusivamente con me. Dalle 12.30 alle 16.30, ore interminabili per entrambi. Mi sono inventata di tutto. Dash, collage, decupatch che art attack scansate. Corse nei parchi deserti. Raccolta di ghiande, foglie e altri oggetti non identificabili che trovavamo nei parchi. Ballavamo e avevo anche messo una sabbiera in garage. Ma lui, mi ripetevo, deve socializzare. Con la mamma ci sta anche nel week end. Siamo sempre insieme. Negli orari scolastici lui deve stare con gli altri bimbi, continuavo a ripetermi.
Quando andavo a prendere il fratellino (nella stessa scuola) vedevo Ale guardare gli altri bambini giocare e pensavo.. Perché lui no? Perché i due pomeriggi in cui non ha terapia non dovrebbe stare con i suoi pari SOCIALIZZARE e poi tornare a casa con mamma, Samu e papà?
Oltretutto, io pagavo come le altre mamme che lasciavano a scuola i figli 8 ore. Senza sconti di pena.
LOTTATE, rompete le balle all'infinito. Dovete diventare un gatto appeso ai ⚽⚽ Aiutata dal Resto del Carlino e dalle mie mailing list mattutine alla dirigente, che ormai mi sognava di notte, ottengo questi BENEDETTISSIMI due pomeriggi a settimana a scuola. Ovviamente all'inizio mi hanno fatta sentire una mammademmerda e invece io ero fierissima di me.
Lottate. Siate fieri. Siate guerrieri buoni come i vostri figli.