Ti è utile quello che condivido giornalmente su blog e social?
Buongiorno a tutti,
siamo Giulia Bonesi e Lucio Di Rosa, genitori di Edoardo, siamo residenti a Reggio Nell’Emilia e nostro figlio frequenta il primo anno di scuola dell’infanzia alla Scuola dell’infanzia Comunale 8 Marzo.
Edoardo a maggio compirà quattro anni ed è attualmente seguito dal Centro Autismo perché a marzo 2023 ha ricevuto la diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico e successivamente l’Inps lo ha riconosciuto come: PORTATORE DI HANDICAP IN SITUAZIONE DI GRAVITA' (COMMA 3 ART.3) cioè ha la 104.
Ci teniamo a ricordare inoltre che il Disturbo di Spettro Autistico si caratterizza principalmente da deficit persistenti della comunicazione sociale e dell'interazione sociale e da comportamenti, interessi o attività ristretti e ripetitivi.
Alla luce di questo quadro nostro figlio e tutti gli altri bambini con questa diagnosi, hanno particolare bisogno di essere inseriti in contesti sociali e avere un accesso preferenziale e facilitato ad essi, in quanto rimanendo isolati ne risentirebbero maggiormente rispetto ad un coetaneo neurotipico. In questa operazione di inclusione dovrebbero essere coinvolte tutte le istituzioni insieme alle famiglie, in particolar modo chi si occupa di servizi educativi, ma in realtà quando se ne occupano lo fanno solo da settembre a giugno. A luglio e ad agosto i nostri figli da neuro-divergenti diventano neuro-tipici per qualche strana magia istituzionale.
Tutta questa premessa per dire che a Reggio Emilia, città di Reggio Children, città dei 100 Linguaggi, di Loris Malaguzzi ecc.,per il servizio estivo, non sono stati pensati dei posti riservati ai bambini disabili che necessitano di un educatore di sostegno. A luglio nostro figlio non accederà al servizio estivo, perché nella nostra famiglia lavora un solo genitore, ma sapete il perché lavora un solo genitore, perché l’altro (la madre) si fa carico di portare il bambino alle varie terapie, non solo al centro autismo dell'AUSL ma anche affidandosi a strutture private, si perché "non ci sono i soldi per tutti", quindi le famiglie intervengono con il privato, più una serie di attività collaterali utili a tenere il bimbo in contatto con diversi ambienti sociali.
Questo è a tutti gli effetti un grosso impegno, peraltro non riconosciuto dalle istituzioni, non solo in termini di tempo ma anche emotivi. Ovviamente questo non permette alla madre di svolgere un lavoro remunerato, precludendo a nostro figlio l’accesso al servizio estivo per il mese di luglio.
Ma non è finita qui la cosiddetta "inclusione reggiana", il comune non prevede nemmeno un educatore convenzionato nel caso in cui lo mandassimo in un campo estivo privato, perché l’educatore viene previsto dai sei anni in sù.
Quindi a mio figlio di neanche quattro anni, disabile, viene negato il diritto alla socializzazione in contesti educativi perché “non ci sono fondi”.
Da genitori ci chiediamo come mai non sia previsto nulla per bambini come il nostro?
Come mai in un Comune dove nasce, cresce e prospera Reggio Children e il tema dei servizi educativi 0-6 è così importante, ci si è dimenticati dei più fragili?
Come mai si parla di 100 linguaggi, ma quello di mio figlio non ha voce? Lui parla il 101esimo linguaggio?
Ci sentiamo di dire che siamo profondamente delusi e amareggiati dalle risposte ricevute dall’istituzione Nidi e Scuole di Reggio Emilia; ma siamo soprattutto arrabbiati, perché in un paese civile, quando si organizzano dei servizi, andrebbero pensati per essere accessibili a tutti, disabili compresi.
Oggi a Reggio Emilia non è così.
Ci auguriamo che si trovi una soluzione perché non tutte le famiglie di bambini disabili possono permettersi un campo estivo privato e pagare l’educatore di tasca propria affinché il figlio stia con i suoi coetanei. Per questo moltissimi bambini si troveranno due mesi "chiusi in casa", soli a regredire e a settembre per loro sarà ancora più difficile reinserirsi e recuperare ciò che hanno perso in termini di socializzazione.
Come genitori lotteremo per arrivare ad una vera uguaglianza, non solo per nostro figlio, ma per tutte quelle famiglie che non ne hanno più la forza e hanno perso qualsiasi speranza.
Da voi ci aspettiamo una risposta concreta alle esigenze di famiglie come la nostra, perché i nostri figli hanno diritto a pari opportunità e soprattutto sono bambini con Diritti Speciali.
Ci auguriamo che vi fermiate tutti a riflettere su quanto questo sia un fallimento sulle spalle dei più fragili.